La Biblioteca Marucelliana è un esempio di edificio costruito appositamente per ospitare una raccolta libraria. Fu indetta una gara pubblica nella quale si scontrarono due diverse concezioni architettoniche: quella dell’architetto romano Alessandro Dori, appositamente chiamato da Alessandro Marucelli, e quella fiorentina dell’architetto Giovan Filippo Ciocchi. La differenza essenziale consisteva nella facciata che per il Dori doveva essere sull’attuale via Cavour e per il Ciocchi sul vicolo laterale. Nella scelta, affidata ad un gruppo di architetti fiorentini e romani, fu determinante il modello ligneo presentato dal Dori, anche perché il progetto dell’architetto romano risultava più economico rispetto a quello fiorentino. La costruzione iniziò nel 1747 per terminare nel 1751 e fu seguita personalmente da Alessandro Marucelli. La Marucelliana – originariamente costituita dal monumentale Salone di lettura, lo “stanzone grande e magnifico”, come lo chiamò il Marucelli, e da tre piccole sale – avvertì carenze di spazio fin dalla fine del Settecento; da allora ha sempre cercato di accrescere i propri locali acquisendo, ogni qual volta se ne è presentata l’occasione, ambienti limitrofi. Attualmente il complesso della Biblioteca consta, oltre che dei locali originari, anche dei contigui Palazzo Della Stufa e Palazzo Pegna, e di una parte del piano terreno del Palazzo Dardinelli Fenzi.

 

Il modello ligneo

Modello ligneo della Biblioteca, sec. XVIIIE’ un raro esempio di modello di questo tipo di edificio, realizzato nella seconda metà del Settecento dall’architetto romano Alessandro Dori e presentato, insieme ai relativi disegni, per mostrare la validità del progetto di costruzione della Marucelliana.

Alto 104 centimetri, largo 55 e lungo 135, fu realizzato con legno di pioppo e acero. Costituisce un pezzo unico da almeno due punti di vista: quello tipologico, essendo un modello di una struttura architettonica completa, inserita in un complesso di edifici, e quello strutturale, essendo stato ideato e realizzato “a scatola” con due parti fra loro simmetriche.

Comprende il corpo centrale della Biblioteca dal piano terreno al primo dove è situato il Salone di lettura e due corpi di inferiore altezza, ripartiti tuttavia in tre piani, situati anteriormente e posteriormente al corpo centrale, dove sono alloggiati rispettivamente lo scalone di accesso e un piccolo appartamento e gli ambienti ad uso interno Biblioteca.

L’ aspetto interno del Salone di Lettura, così come quello dello Scalone di accesso, sono stati minutamente descritti in tutti i dettagli architettonici e decorativi, dalle scaffalature divise verticalmente tramite ballatoio sorretto da mensoloni a volute, chiuse da sportelli in basso e “a giorno” in alto, alla scala a chiocciola che doveva essere presente ai quattro angoli, al timpano intagliato a volute.
Il modello è stato restaurato a cura del Laboratorio di Restauro del legno della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Firenze.

 

Ambienti e arredi

Statua marmorea dI MinervaNell’atrio, all’inizio dello scalone, è presente la statua marmorea della Minerva donata alla Marucelliana da Giovan Filippo Marucelli, balì di Malta.
L’ultimo restauro, eseguito da Isidoro Castello, Direttore Tecnico Settore Lapidei dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, risale al 2009 – 2010.

 

 

 

IL SALONE DI LETTURA

La scaffalatura del Salone di lettura venne costruita contestualmente all’edificio ed è quindi databile alla metà del Settecento. Nel Salone si trovano due busti, uno marmoreo rappresentante Francesco Marucelli opera dello scultore romano Pietro Bracci (1749), ed uno in gesso scolpito dal fiorentino Adriano Cecioni (1885) raffigurante Giacomo Leopardi; in fondo, la saletta detta Tribuna ospita un ritratto di Francesco Marucelli attribuito al pittore fiammingo Davide Canoniche (sec. XVII).

 

La Sala di consultazione manoscritti e rariNella Sala di Consultazione, che fu creata nei locali di Palazzo Pegna solo nel 1950, furono montate e riadattate la scaffalature seicentesche provenienti dalla Biblioteca Medicea Palatina di Palazzo Pitti, poi passate alla Biblioteca Nazionale Centrale: quest’ultima le cedette alla Marucelliana all’atto del suo trasferimento nell’attuale sede di Piazza Cavalleggeri (1935). Altri arredi provenienti da questa cessione sono quelli della Sala Mostre, dove negli anni Trenta del Novecento fu rimontata la scaffalatura neoclassica bianca e oro, appartenuta in origine alla segreteria intima del Granduca Ferdinando III di Lorena.