CARLO COCCIOLI. L’anima, i corpi, l’opera. Conferenza internazionale a Città del Messico

Il 30 e il 31 agosto pp.vv. l’aula magna della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Città del Messico e l’Istituto Italiano di Cultura della capitale messicana ospiteranno una conferenza internazionale dedicata a Carlo Coccioli, di cui la Marucelliana conserva una serie di manoscritti e dattiloscritti donata dall’autore nel 1985, prima di lasciare Firenze.

Scrittore partigiano, romanziere plurilingue, guru animalista e politeista radicale, evanescente icona queer, Carlo Coccioli ha fatto di Città del Messico la sua dimora per più di cinquant’anni, divenendo un editorialista di riguardo e autore molto noto all’establishment letterario. Frequenta Diego Rivera, Octavio Paz, Carlos Fuentes e le feste della cuoca Machila Armida, scrive colonne importanti su giornali e riviste messicane: fino agli anni Novanta almeno, fu una figura molto nota pubblicamente, per certi versi “L’Italiano” con la I maiuscola dell’America Latina.

Il convegno, nel ventennale della scomparsa dell’autore avvenuta a Città del Messico, è a cura dello studioso e scrittore Alessandro Raveggi e realizzato grazie al contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico e di partner come la Catedra Extraordinaria Italo Calvino della UNAM e AMIT. Asociación México Italianistas.

“Carlo Coccioli. L’anima, i corpi, l’opera” si terrà nei giorni di mercoledì 30 (alla UNAM presso la Facultad de Filosofía y Letras, Aula Magna, ore 10) e giovedì 31 agosto (all’Istituto Italiano, ore 10.30), con sessioni mattutine e pomeridiane alla presenza di importanti scrittori e critici italiani come Walter Siti, Massimo Fusillo, Raoul Bruni, Alessandro Raveggi nonché degli interventi di studiosi messicani o residenti in Messico come Antonio Marquet Montiel, Mariapia Lamberti Lavazza, Betty Zanolli Fabila e all’estero come Francesca Parmeggiani, Ana María González Luna Corvera, Johnny Bertolio.

Gli interventi percorreranno la vasta opera romanzesca e saggistica di un autore ancora tutto da riscoprire, tra riflessioni più squisitamente filologiche a più ampie ricognizioni del rapporto di Coccioli con la cultura queer, fino all’inevitabile legame con la cultura messicana.

Nato a Livorno nel 1920, vissuto per molti anni di adolescenza in Africa, quindi partigiano, omosessuale e animalista, Coccioli è stato un caso fuori dal comune del panorama della letteratura italiana e non solo, degno quindi di uno sguardo che ne indaghi i molteplici aspetti letterari, culturali, antropologici. Dal rapporto con la letteratura italiana del Dopoguerra, in particolare con il suo mentore Malaparte, al sodalizio con quella francese, che lo vide, scrivendo direttamente in francese, per anni tra i protagonisti riconosciuti della Parigi degli anni 50 e 60 del Novecento – pubblicato da Flammarion, Plon, La Table Ronde, tra gli altri editori, e stimato da Gabriel Marcel, Jean Cocteau e Julien Green – fino agli oltre cinquanta anni di vita e attività intellettuale a Città del Messico ed in America Latina, dove fu reporter ed editorialista in spagnolo di quotidiani di grande prestigio, e frequentò i maggiori scrittori, intellettuali e artisti messicani e latinoamericani. Tra i suoi libri, premiati e finalisti in premi quali il Campiello e lo Strega, pubblicati e tradotti in molteplici lingue, si ricordano Il cielo e la terra, Fabrizio Lupo, Davide, L’erede di Montezuma, Requiem per un cane, Piccolo karma, usciti per Vallecchi, Rusconi, Oscar Mondadori, e ripubblicati recentemente dalle edizioni Piccolo Karma e Edizioni Lindau.

Scarica il programma del convegno di studi su Carlo Coccioli

Vai ad inizio pagina