LA GALLINA PADOVANA di Ulisse Aldrovandi

di Sara Jacobsen

In occasione della presentazione del romanzo di Giacomo Vigni IL CONTE GIAKHY E IL POLLAIO MAGICO, vi presentiamo un’ opera a tema proveniente dalle raccolte della Biblioteca Marucelliana.

Vlyssis Aldrouandi philosophi et medici bononiensis Ornithologiae, tomus alter, Bonon., sumptibus M. Antonji Berniae bibliopol. Bonon., 1645 (Bononiae, typis Io. Baptistae Ferronji, 1652), BMF, SALA 1.L.II.8.II

BMF, SALA 1.L.II.8.II Frontespizio calcografico

Si tratta del secondo volume dell’opera in tre volumi Ornithologiae, hoc est De avibus historiae, del naturalista Ulisse Aldrovandi (Bologna, 11 settembre 1522 – Bologna, 4 maggio 1605).

La prima edizione dell’Ornithologiae (Bononiae, apud Franciscum de Franciscis Senensem, 1599-1603, Bononiae, apud Ioannem Baptistam Bellagambam) viene sostanzialmente riproposta inalterata nei contenuti, anche se ricomposta, nell’edizione posseduta dalla Marucelliana. L’opera, un esaustivo trattato di ornitologia, è divisa in 20 libri che rispecchiano una classificazione degli uccelli basata prevalentemente sulle abitudini alimentari, sull’habitat e su alcune caratteristiche fisiche. Le categorie (comprendenti anche pipistrelli, definiti come uccelli “di natura media, parte quadrupedi e parte uccelli” e animali favolosi come le arpie) sono così organizzate:

Volume primo

1. de aquilis in genere; 2. de aquilis in particolari; 3. de vulturibus in genere; 4. de accipitribus in genere; 5. de accipitribus in specie; 6. de falconibus in genere; 7. de falconibus in specie; 8. de avibus rapacibus nocturnis; 9. de avibus mediae naturae, hoc est, partim quadrupedi, partim avis naturam referentibus; 10. de avibus fabulosis; 11. de psittacis; 12. de corvino genere, et de aliis nonullis avibus, quibus rostrum durum, ac robustum est.

Volume secondo

13. de avibus pulveratricibus sylvestribus; 14. de pulveratricibus domesticis; 15. de avibus, quae simul se pulverant, et lavant; 16. de avibus baccivoris; 17. de avibus vermivoris; 18. de avibus canoris.

Volume terzo

19. de avibus palmipedibus; 20. de avibus, quae circa aquas degunt.

Tutti i libri sono corredati di numerose e dettagliate xilografie, che testimoniano un meticoloso lavoro di osservazione degli animali, sia nel loro habitat che tramite dissezione anatomica.

Il libro 14, De pulveratricibus domesticis, è interamente dedicato agli uccelli domestici “che si impolverano”. Il motivo di questa classificazione, basata sul comportamento, è spiegata a p. 234:

Gallinae teste Aristotele, ut reliquae aves non altivolae, pulveratrices sunt. Impendio autem pulvere gaudent. Unde dicebat Ephesius Heraclitus coeno sues laetari, velut cohortales pulvere, aut cinere. Id vero triplicem maxime ob causam faciunt, ut scilicet ita sese volutando velut quodammodo scabant, plumas, pinnasque emendent, et pulices excutiant.

Secondo Aristotele le galline, come gli altri uccelli che non volano in alto, si lavano nella polvere. Infatti si dilettano con la polvere. Per cui Eraclito di Efeso diceva che i maiali si allietano con il fango, come i volatili da cortile con la polvere o con la cenere. E lo fanno soprattutto per tre motivi e precisamente: rotolandosi si grattano in qualche modo, si puliscono le piume e le penne, e scuotono via le pulci.

A p. 310-311 troviamo la descrizione della Gallina padovana:

DE GALLINIS PATAVINIS

Nostratibus Gallinaceis plerunque maiores existunt, quos vulgus Patavinos appellat, quemadmodum etiam tales Gallinae nostratibus Gallinis. Maris faeminaeque iconem exhibemus.

LE GALLINE PADOVANE

Rispetto ai galli nostrani ne esistono di più grandi, che la gente chiama Padovani, e allo stesso modo le galline [sono più grandi] rispetto alle galline nostrane. Mostriamo l’immagine del maschio e della femmina.

BMF, SALA 1.L.II.8.II, p. 310-311
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